GLI SPAZI DI MANOVRA

Quanto visto finora dovrebbe consentirci di comprendere abbastanza bene il comportamento di una barca a vela in manovra. Resta almeno un punto da approfondire, non proprio intuitivo, la cui piena comprensione risulterà in seguito indispensabile. Siccome quasi tutti i neofiti hanno un pregresso “automobilistico”, un approccio comparativo faciliterà la comprensione: quando sterziamo una autovettura che avanza, ad esempio a sinistra, le ruote sterzanti forzano l’avantreno a spostarsi, con l’avanzamento, verso sinistra; la parte posteriore della vettura seguirà forzatamente. L’asse verticale intorno cui ruota la vettura si colloca all’altezza delle ruote posteriori, che vincolano la vettura al suolo in senso trasversale. Nessuna parte della vettura (salvo quella piccola parte posta dietro all’asse posteriore) si troverà ad invadere lo spazio che prima della sterzata si trovava a destra della vettura stessa.

Per chiarire meglio, se la vettura fosse parcheggiata a lato del marciapiede, partendo con una completa sterzata a sinistra, la vettura si allontanerebbe dal marciapiede senza urtarlo.

Consideriamo questa volta una vettura che arretri: in questo caso le ruote sterzanti sono “dietro” (rispetto al movimento) e la loro sterzata non guida il “davanti” (cioè il dietro: la vettura sta arretrando) della vettura nella direzione della sterzata bensì il “dietro” dalla parte opposta. Se, come nel caso precedente, la vettura fosse parcheggiata a lato del marciapiede, partendo a marcia indietro con una completa sterzata a sinistra, la vettura non potrebbe allontanarsi dal marciapiede senza urtarlo con le ruote sterzanti.

Una barca a vela ha un comportamento per certi versi simile ma al contrario: azionando il timone di una barca che avanza, non condizioniamo la prua a deviare verso il lato indicato bensì la poppa a deviare dal lato opposto. Più o meno come un’automobile che arretra. Pertanto la parte posteriore di una barca che gira a sinistra, invaderà spazi che si trovavano inizialmente a destra della barca stessa. Ne consegue, ad esempio, che una barca affiancata ad una banchina alla sua destra non potrà discostarsene autonomamente con macchine avanti e timone a sinistra. Così come un ostacolo destinato a essere sfiorato da un lato dalla traiettoria di una barca sarà urtato con la poppa se il tentativo di evitarlo consistesse in una tardiva “timonata” ad allontanarsi.

Il timone di una barca a vela che arretra, invece, accompagna la poppa (che però in questo caso è il “davanti”) nella direzione in cui è orientato mentre la prua (momentaneamente il “dietro”) segue passivamente. Più o meno come un’automobile che avanza. Ne consegue, ad esempio, che la stessa barca affiancata alla banchina alla sua destra “potrebbe” stavolta discostarsene autonomamente con macchine indietro e timone a sinistra.

Avrete notato che nell’ultimo esempio abbiamo detto “potrebbe discostarsene”. Ciò in quanto le cose sono un po’ più complesse, dovendosi tener conto di altri due fattori:

SUCC. PREC. ESCI